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Annibale Carracci è un’artista del periodo barocco che, con i suoi dipinti raffiguranti figure intente a vivere la propria quotidianità, non intende emozionarci, bensì vuole ammaliarci con la rappresentazione della vita del popolo.

Il pittore italiano ispira i propri lavori basandosi su quelli di maestri come Tiziano, Raffaello e Michelangelo, ma diventa uno dei padri della pittura barocca solamente studiando le caratteristiche di Rubens e di Correggio.

Annibale è un gran modernizzatore dell’ultimo Rinascimento e, al contrario del resto dei suoi colleghi, non vuole creare un proprio mondo con fattezze surrealistiche. Al contrario, egli porge agli occhi dello spettatore la nuda e cruda realtà. Non vuole solamente mostrare, non gli basta: rende la classe sociale a cui appartengono i lavoratori, anche i più umili, una vera e propria potenza.

Infatti, egli vede i mestieri come più importanti di quello che già sono, raffigurando artigiani ed operai come sono nella realtà, senza aggiungere dettagli particolari: la loro importanza si manifesta tramite il loro lavoro e le loro gesta.

L’esempio più palese di questa sua indole è proprio il “Mangia fagioli”, tela raffigurante un operaio intento a divorare la propria zuppa. Mangia voracemente ed osserva ardentemente chi lo sta raffigurando, quasi come se fosse disturbato dalla sua presenza.

Però, si può parlare anche della “Bottega del macellaio”, dipinto in cui Carracci non si limita ad elevare il lavoro del macellaio, ma denuncia anche uno dei periodi artistici in cui, dal suo punto di vista, regna il caos: il manierismo.

La scena si sviluppa su un piano, che prevede l’inserimento di cinque figure umane. Leggendo il dipinto partendo da destra, i quattro soggetti sono proprio macellai intenti a compiere il proprio lavoro; nessuno rompe la quarta parete perché non hanno il tempo di distogliere lo sguardo dalle carni. All’estremità, uno degli uomini sta lavorando sulla metà di un animale: questa scena è stata inserita in primo piano per mostrare la materia prima a cui è legato il mestiere.

L’ultima figura all’estrema sinistra dell’opera è un soldato messo in una posa non ben bilanciata: è come se l’uomo si stesse ripiegando su se stresso. La postura scomposta e l’espressione pera sul suo volto lo rendono un personaggio bizzarro. In lui risiede lo spirito del manierismo, epoca che Carracci reputa colma di assurdità.

L’artigianalità dei nostri prodotti rimane quella che questo artista rappresenta. Infatti, i ragazzi che si occupano delle carni fresche, lavorano al meglio per donare a voi un prodotto finale sopraffino.

Questa settimana, noi di Peveri, vi consigliamo un prodotto perfetto per grigliate: il salamino, perfetto in padella o grigliato.