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La squisita golosità del salame al tartufo è irresistibile: si gusta in mille maniere differenti e permette sempre di portare sulla tavola un prodotto deliziosamente invitante

Il territorio di produzione

Si può dire che il suo sapore speciale venga proposto praticamente su quasi tutto il nostro territorio nazionale.

L’ambiente geografico in cui viene lavorato e prodotto è, infatti, molto ampio: dal territorio umbro – in particolare dalla zona di Norcia – fino alla Toscana, passando per l’Emilia Romagna, l’Abruzzo, arrivando in Piemonte e fino alla Calabria.

La lavorazione

Per ottenere quella che diventerà una bontà esclusiva, è indispensabile partire dall’utilizzare ingredienti di primissima scelta, a cominciare dal tartufo nero di prima qualità.

Il taglio di carne che viene selezionato deve essere piuttosto magro. In alcuni territori si dà la precedenza alla parte della spalla e della pancetta.

La macinatura di questo salame è di solito caratterizzata da una grana media, ma può essere anche più fine. Nel primo caso al composto ottenuto verranno aggiunti il sale, alcuni aromi e il prezioso tartufo nero che, dopo essere stato tagliato a scaglie, viene finemente triturato.

Se, invece, si procede ad una macinatura per ottenere una grana più fine, il tartufo può essere aggiunto dopo averlo triturato in maniera più grossolana. In questo modo si ottiene un mix perfetto per quanto riguarda la consistenza che costruirà a tutto tondo il sapore golosissimo del prodotto.

Una volta amalgamati tutti gli ingredienti – carne macinata, aromi, spezie, tartufo nero – non resta che utilizzare un budello naturale per procedere alla classica insaccatura. Questa operazione viene, poi, seguita dalla legatura: passaggio necessario per tenere ben fermo l’impasto e compattarlo ulteriormente.

La stagionatura del salame al tartufo

Dopo la fase di asciugatura, utile ad eliminare l’umidità in eccesso, si passa alla maturazione vera e propria del prodotto.

La stagionatura del salame al tartufo deve avvenire in un ambiente naturale ventilato e si svolge in un periodo di tempo piuttosto breve che va dai 30 ai 45 giorni.

Come si taglia?

Dopo aver eliminato lo spago e parte del budello, le fettine si ricavano tagliando il salame utilizzando un coltello a lama lunga che facilita l’operazione.

Lo spessore delle fettine può essere regolato, naturalmente, secondo il gusto personale. L’indicazione di base consigliata è, però, quella di tagliarle piuttosto sottili, anche tenendo conto del fatto che il sapore intenso del tartufo resta, sempre e comunque, in primissimo piano.

Il salame va servito in tavola sempre a temperatura ambiente. Nel caso in cui non venga consumato tutto nella stessa occasione, può essere conservato prima cospargendo la parte tagliata con puro olio di oliva e, quindi, avvolgendolo in un panno di fibra naturale e sistemandolo, infine, nel frigorifero.

Come si gusta?

La sua caratterizzazione organolettica lo propone in modo molto ricco e evidente già all’olfatto.

Oltre a gustarlo da solo completato dalla fragranza di una fetta di pane casereccio, uno dei suoi più squisiti abbinamenti è quello con i formaggi.

Il salame al tartufo è ottimo da offrire insieme con quelli stagionati o semi-stagionati. E’ ideale, dunque, per creare un tagliere misto davvero prezioso e golosissimo.

Si presta ad essere proposto, naturalmente, anche nel tradizionale piatto degli antipasti che, con il suo aroma e il suo gusto, renderà ancora più seducente.

Il sapore della tradizione

Noi del Salumificio Peveri lo abbiamo chiamato “Tartù” e lo presentiamo con la sua tipica forma tondeggiante.

E’ un salume che si offre al palato in modo elegante e intenso.

Le sue fettine, quindi, possono essere tagliate con uno spessore anche piuttosto corposo, così da permettere di scoprire e di assaporare in modo completo la sua morbida golosità.

Stagionato – come tutti i nostri prodotti – nelle cantine naturali del nostro salumificio, la sua evidenza organolettica è adatta a realizzare tantissime proposte sfiziose e prelibatissime.

Il salame al tartufo in cucina

Si trasforma facilmente anche in un ingrediente squisito per la creazione di primi piatti. Permette, ad esempio, di preparare una felicissima rielaborazione della classica “Carbonara” a cui aggiunge il suo sapore inimitabile.

Può essere utilizzato sia tagliato sottile che a dadini, a seconda del tipo di preparazione e del tipo di pasta di cui contribuisce a creare il condimento.

E’ utile ricordare, inoltre, che la sua invitante golosità è unica quando viene proposta sulla pizza che diventa così particolarmente aromatica: davvero irresistibile!

Si trasforma in un’integrazione più che deliziosa nella preparazione di un semplice uovo fritto al tegamino.

Un’altra sua interpretazione di successo è quella di ingrediente per la creazione di speciali frittelle che lo vedono protagonista insieme con la scamorza: un formaggio con cui si sposa in modo eccellente.

I suoi vini

Si consiglia di abbinarlo con un vino rosso da scegliere, secondo il gusto personale, sia fermo che frizzante.

Un suggerimento da questo punto di vista può essere quello di portarlo in tavola insieme con un bicchiere di ottimo Montefalco.

Oltre al vino, non manca di essere gustato in modo eccezionale anche insieme con un’ottima birra artigianale. In questo modo si rende al palato un mix davvero peculiare e molto creativo.