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Il suo sapore realizza un perfetto equilibrio tra i toni speziati degli aromi e quelli dolci della carne e rende la Coppa Piacentina un insaccato da utilizzare in maniera versatile e sempre golosissima

La zona di produzione

Come viene suggerito dal nome, viene lavorata principalmente nel territorio di riferimento alla provincia di Piacenza.

La sua zona di produzione si estende, però, anche alla provincia di Parma e a località situate in provincia di Mantova e di Cremona.

La lavorazione della coppa piacentina

La Coppa Piacentina viene ricavata dal muscolo del collo del maiale; più precisamente, dalla parte che dalla testa arriva fino alla quarta vertebra.

Il taglio – il cui peso iniziale oscilla tra 2,5-3,5 kg – si ottiene immediatamente dopo che il suino è stato macellato. Per questo motivo, è necessario lasciarlo per 24 ore in una cella frigorifera prima di passare all’operazione della rifilatura.

Una volta ottenuta la forma finale, rifilandone per bene i contorni, la carne deve essere massaggiata a mano e a secco con un mix di ingredienti ben precisi.

Il sale, il pepe nero, i chiodi di garofano, la noce moscata, la cannella in polvere, i semi di alloro costruiscono, infatti, la miscela di quel sottofondo speziato che, durante l’assaggio, si lascerà gustare a tutto tondo dal palato.

Dopo la salatura, il massaggio e dopo un periodo di riposo di circa una settimana, la carne viene insaccata utilizzando, esclusivamente, un budello di maiale e, infine, viene punzonata per favorire l’eliminazione dell’acqua.

La legatura

Questo passaggio, molto importante, viene eseguito in modo esperto e secondo una tecnica tradizionale. Solo in questo modo, infatti, la legatura risulterà assolutamente idonea al suo scopo anche nel momento in cui la carne perderà di volume durante il periodo della stagionatura.

L’asciugatura

Per il passaggio successivo, l’asciugatura, si sistema il prodotto in un locale con una temperatura tra i 17 e i 20 gradi per una decina di giorni. Questa operazione è necessaria per eliminare la gran parte dei liquidi.

Quando sulla superficie della Coppa si comincia ad intravvedere la “fioritura batterica”, ossia la formazione di una sostanza di colore bianco, vuol dire che è pronta per passare alla stagionatura.

La stagionatura della coppa

Le cantine naturali e con una temperatura tra i 10 e 14 gradi sono i locali di eccellenza in cui la Coppa Piacentina può maturare al meglio.

Il periodo di tempo necessario per avere un prodotto finale di altissima qualità viene indicato in 6 mesi. In alcune zone del parmense, invece, si lascia stagionare anche solo per 4 mesi.

Il prodotto finale, comunque, dovrà risultare al tatto con una consistenza equilibrata, ossia ben compatta, ma non dura.

Come si taglia?

Dopo aver eliminato parte del budello, si può utilizzare un apposito coltello oppure un’affettatrice.

Questa operazione dovrebbe essere compiuta preferibilmente solo una decina di minuti prima di portare la Coppa Piacentina in tavola.

La parte tagliata potrà, poi, essere conservata dopo averla ben ricoperta con un foglio di pellicola da cucina.

Le fettine, profumatissime, devono sempre risultare piuttosto sottiliper permettere, nel momento dell’assaggio, di scoprire fino in fondo il suo mix organolettico prelibatissimo.

Il pregio del suo sapore si racconta anche dal punto di vista cromatico con il rosato della carne che viene disegnato dal bianco della parte grassa.

Come si gusta?

Si accompagna benissimo con una fetta di pane bianco di varia tipologia e con cui si sposa in maniera eccezionale.

Per avere un risultato ancora più goloso, il pane può essere leggermente tostato in modo da creare un contrasto di sapori e di consistenza davvero irresistibile.

Il sapore della tradizione piacentina

La nostra Coppa delle Fonti dei Monaci è un prodotto di lunga tradizione e di squisita bontà.

Lavorata alla maniera artigianale, viene fatta stagionare nelle nostre cantine naturali.

In questo ambiente privilegiato e unico acquista l’altissimo valore organolettico di un sapore che risulta sempre elegante e dolce.

Le sue fette sono l’idea giusta non solo per realizzare spuntini veloci e genuini, ma anche per valorizzare al meglio e rendere più appetibile il tagliere di salumi e formaggi.

La Coppa Piacentina in cucina

Il sapore sempre in primo piano permette di utilizzarla facilmente come secondo piatto. In questo caso è consigliabile armonizzarla con un contorno fresco e leggero.

E’, infatti, ottima con ogni tipo di insalata, con un contorno di carote oppure di zucchine grigliate.

La sua versatilità permette di preparare degli involtini classici con ripieno di formaggio oppure molto più creativi, magari utilizzando un frutto come la banana. Il risultato finale è sempre garantito!

I suoi vini

Se si vuole abbinare la Coppa Piacentina con il vino bianco, è consigliabile orientare la scelta verso il gradevolissimo effetto frizzante del Prosecco Brut.
Se, invece, si preferisce accompagnarla con un rosso, si può scegliere un Bonarda dei Colli Piacentini oppure un classico Barbera dell’Oltrepo’ Pavese.